Ragazza maiala si scopa il cugino vergine

   12/09/2007
  
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Siamo alla fine di ottobre, piove, il mare è sporco e grigio; sono qui, sdraiata sul vecchio divano, di fronte alla grande portafinestra aperta sull’immenso terrazzo dell ‘antica villa dei miei zii, a Giardini Naxos.

Sono venuta fino in Sicilia per riposarmi, ho bisogno di stare sola per un po’, libera di trascinarmi per questa enorme casa in maglioni malandati e pantaloni sformati, di rimpinzarmi di dolci della pasticceria che sta in fondo al viale leggendo vecchi numeri dei miei fumetti preferiti.

Piove da diversi giorni, ma non fa freddo; verso sera accendo il camino, solo perché il fuoco é un ottimo, silenzioso compagno. Guardo con rimpianto e un po’ di tristezza la grande terrazza spazzata dal vento: in un angolo sono rimaste due sedie vecchie e un dondolo sfasciato; in luglio tutto era diverso: chiudo gli occhi per rivivere con la fantasia per la millesima volta quello che avvenne in quel mese di caldo apocalittico.

Dunque, eravamo alla villa per un periodo di mare full immersion io, la mia amica Fabiana e i nostri due uomini. Dopo qualche giorno ci raggiunsero da Catania i miei due cugini, Francesco di ventisei anni e Luca di diciannove. Luca era , da qualche tempo, il bersaglio degli scherzi dei maschi più grandi: dicevano che, quando vedeva me, vedeva la madonna, tanto rimaneva in silenzio ad osservarmi per ore, senza staccarmi gli occhi di dosso: ma era comprensibile, una donna di 28 anni, che viene dal “nord”, indipendente anche economicamente, famosa tra il parentado siciliano e non solo per il libero comportamento più da maschio che da femmina, eccitava per forza la fantasia di un ragazzo così giovane e soprattutto ancora vergine, a quanto si diceva.

Appena arrivato, Luca mi venne a cercare sugli scogli dove prendevo il sole, mi abbracciò, ed io mi accorsi che le sue mani , impacciate, tentavano una carezza, giù, verso i fianchi. Allora rabbrividii e desiderai che continuasse, anche se intuivo il pericolo di quel gioco. Ma lui si scostò , lodò la mia abbronzatura e il nuovo costume rosso , poi iniziò a fissarmi con più insistenza del solito, mi stava letteralmente spogliando, quello non era lo sguardo di un ragazzo, ma di un uomo adulto e “voglioso”.

Cominciai ad essere intrigata e a bagnarmi sotto lo slip sottile. Cercai allora di pensare a lui come al mio cuginetto piccolo, ma inutilmente. I miei sensi, già eccitati dal caldo, sotto quegli occhi diventarono impossibili da gestire. Fortunatamente mi chiamarono dalla terrazza, avevo scordato il cellulare , c’era una chiamata per me. Pregai Luca di attendermi sugli scogli, ma mi seguì, senza proferire parola. Risalimmo verso casa.

Camminando avanti a lui sentivo i suoi occhi sulla schiena , sulle cosce, nella piega delle ginocchia e mi sentii mancare, cercando il suo appoggio; detti la colpa al sole di Sicilia, ma in verità era l’odore del giovane maschio eccitato a turbarmi. Il giorno dopo successe tutto come in un film: io dichiarai che non avevo voglia di uscire in barca, volevo restarmene sulla terrazza, con dei bibitoni, a guardare quel mare colore del vino, leggere, etc, etc.

Non mi meravigliai quando Luca disse che sarebbe restato anche lui; allora gli altri ci lasciarono,tra frizzi e lazzi, raccomandandomi di fare bene il mio lavoro di baby sitter Finalmente restammo soli, le sdraio vicine, di fronte al mare, le braccia scurissime (mie), color biscotto (di Luca, che è biondo) accostate.

Pensai, ridendo tra me, che dovevamo essere una bella coppia: la ragazza scura di capelli e pelle, il ragazzo biondo,appena abbronzato , occhi azzurri, ancor più giovane vicino a quella femmina grande e nera. Percepivo il mio odore: un misto di olio solare, sudore leggero e donna in amore; desideravo con tutte le mie forze quel ragazzo, il mio cuginetto piccolo, ma non avrei fatto mai il primo passo; ci pensò lui, allungò una mano, mi accarezzoò il ginocchio, poi l’interno della coscia , dicendo:

-Come sei nera e liscia, non sai quanto ti ho pensato, per tutto l’inverno… –

E io, già intrigata:

-Pensata come, dimmelo come mi pensavi… – e lui:

-Nuda, ti pensavo nuda, nuda che ti potevo toccare dappertutto, e ..mi toccavo.., a volte venivo anche solo al pensarti, se Francesco o mamma parlavano di te…-

Allora mi alzai e lo presi per mano: vidi il suo sesso eretto sotto i calzoncini da bagno; lo portai nel salone, vicino al divano dove sono sdraiata ora e gli dissi:

-Guardami, tolgo il costume, guarda se sono come mi immaginavi – Quando restai nuda, Luca fissò il mio seno pieno, poi il triangolo di riccioletti scuri, tra le cosce; allungò una mano ad accarezzarlo e chiuse gli occhi, mormorando:

-Sei tanto bella che non mi par vero… –

Mi sdraiai sul divano, tirandomelo addosso.

E lui disse quella cosa incredibile:

-Questa è la mia prima volta , sono felice di farlo con te, non sei più un sogno ora, sei diventata la mia realtà…-

Allora gli presi in mano il sesso caldo e teso e lo aiutaii ad entrare in me; venne quasi subito, con un grido , riempiendomi del suo seme denso e caldo, sbavandomi sul collo, mentre gli accarezzavo la nuca ricciuta.

Rimase abbandonato per pochi secondi, poi, senza abbandonare il suo nido di carne, fu di nuovo rigido e pronto e mi teneva stretta mormorando:

-Che piacere , che piacere, Fede, non te ne andare più, stai sempre con me…-.

E ricominciò a spingersi sempre più a fondo, con forza, la bocca incollata alla mia, mordendomi le labbra e il collo. Un piacere improvviso e rapido come il saettare di una lama mi fece urlare . Luca si bloccò, chiedendomi stupito se mi aveva fatto male. Quando venne per la seconda volta, provai un piacere dolcissimo, come il nuotare in un mare infinito, caldo e sicuro; fu come se il ragazzo fosse ritornato nel mio utero, io madre , lui figlio.

E poi fece una cosa che mi stupì moltissimo, una cosa che la maggior parte degli uomini non fa , almeno che io sappia : si tuffò tra le mie cosce aperte e cominciò a leccarmi avidamente, lappava il suo sperma e il mio miele, con l’incoscienza e l’istinto di un cucciolo. Giocò con il clitoride turgido, leccò l’interno delle piccole labbra, mordicchiando la tenera carne, finché non venni e fu un orgasmo di una tale intensità da lasciarmi per qualche attimo senza fiato e senza coscienza.

Trascorremmo tutta la giornata a far l’amore, mangiare e bere; scoprimmo di essere due golosoni e così fu naturale per lui spalmarmi la nutella sulla passera bollente e poi leccarla mista al mio mieleamaro, come per me ricoprire di panna il suo sesso eretto, per poi succhiarlo, inginocchiata tra le sue cosce, fino a berne lo sperma al sapore di burro e di latte: ahh, la lussuria golosa è davvero sempre la migliore…

Furono ore indimenticabili, io ottima insegnante , lui allievo volenteroso e capace.

Naturalmente giurammo che non avremmo mai raccontato a nessuno quel che era accaduto tra noi, sai i cataclismi familiari in caso fosse trapelata la notizia… E così fu, finita la vacanza, io tornai al nord, Luca a Catania. Ora sta studiando in Inghilterra; mi telefona, mi manda mail, vuole rivedermi.

Io, come per caso, gli ho accennato a questa mia fuga nel sud, nella sua casa vuota, a Giardini Naxos, chissà che non capiti…

Ormai è buio, ma non accendo le luci , mi piace starmene qui, raggomitolata sul vecchio divano, ad ascoltare il vento e il mare e a fantasticare…

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