Stanza in affitto per studentessa porca

   08/10/2007
  
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Salve, sono Francesco, ho 21 anni, studio all’università di Trieste, città in cui sono nato. Per fortuna, quando ho scelto la facoltà, sono sceso ad un compromesso con i miei genitori: ho accettato di restare a Trieste anche se si sa che il mio corso di laurea qui è più difficile che in altre università, in compenso hanno rispettato la mia volontà di uscire di casa, per cui vivo in un appartamento con altri studenti; siamo due ragazzi e tre ragazze, ma questa è un’altra storia.

Vi voglio raccontare un fatto dell’estate scorsa, quando ad agosto ci toccò trovare una nuova coinquilina per la casa, perchè si liberava una stanza. Non è una cosa difficile, specialmente se si tratta di “piazzare” una singola perchè la richiesta non manca mai; piuttosto ad agosto quello che dà fastidio è il dover star dietro alla gente che vuole vedere la stanza e tu sei lì, a casa, mentre vorresti essere alla spiaggia. Quindi mi ritrovavo spesso ad accogliere le persone in boxer da mare e camicia leggera, magari pure un po’ aperta perchè faceva troppo caldo, vista anche l’abitudine di venire a vedere la stanza sempre attorno all’ ora di pranzo, il momento più soffocante.
Una mattina ricevetti una telefonata, erano le 11, orario classico delle chiamate per vedere la stanza; era una simpatica ragazza che dopo una mia breve descrizione della casa mi chiese se poteva vederla subito. Le dissi di sì e lei mi confermò che in mezz’ora sarebbe arrivata. Giusto il tempo di fare una doccia pensai, mi infilai subito sotto la doccia, un bella rinfrescata e mi vestii in tempo per il suo arrivo. Quando aprii la porta, mi trovai di fronte una bellissima ragazza, non molto alta ma veramente con le curve giuste al posto giusto, capelli castani un po’ lunghi e ricci, un viso da cerbiatta, due seni grandi ma non troppo, un giro vita proporzionato ed un bel culetto sodo che potei ben ammirare mentre la facevo entrare.
G: ciao, io sono Gaia.
F: piacere, io sono Francesco, dai vieni che ti faccio vedere la casa. Le mostrai prima le altre stanze da letto, il classico giro cucina-bagni e poi le feci vedere la stanza che si stava liberando. La stanza era abbastanza grande, con una finestra che dava sul giardino interno del condominio e da cui entrava molta luce, la scrivania, alcuni mobili ed un letto matrimoniale.
G: Uao, bella come stanza, molto grande e c’è pure il letto matrimoniale!
F: beh sì, lo abbiamo tutti, alla fine le stanze della casa sono grandi ed anno dopo anno siamo riusciti a recuperare letti, sai com’è – le dissi guardandola negli occhi – la comodità è importante.
Ah, non vi ho ancora detto com’era vestita lei: indossava un top bianco scollato con sotto un costumino che comprimeva le sue tette e aveva una minigonna di jeans che metteva in mostra delle belle gambe.
Presi dell’aranciata e ci sistemammo nella stanza a bere e parlare un po’, il classico “colloquio” per capire che persona si ha di fronte, cosa difficilissima da capire, ma importante per la convivenza in casa.
Gaia mi disse di essere al secondo anno d’infermeria e che cercava una singola perchè non ne poteva più delle sue coinquiline; viveva con altre tre ragazze che lei stessa definì “verginelle bacchettone”, che la criticavano se qualche volta portava a letto qualche ragazzo e che, da quando faceva caldo, le avevano anche imposto di non girare per casa in costume.
G: vivere li è una tortura, voglio cambiare, mi va benissimo anche una casa mista, stare solo con donne non mi piace, ho già provato.
F: beh qui di certo non avresti i problemi a cui hai accennato.
G: non ti secca se resto con il costumino? Fa così caldo!
Come domanda non me l’aspettavo, ma acconsentii subito e ammirai la scena di lei che con uno sguardo un po’ malizioso si sfilò il top rimanendo in costume, poi si aggiustò le coppe muovendo così anche i seni; era seduta sul letto, mentre io ero su di una sedia esattamente di fronte a lei. Avrà portato sicuramente una terza, due belle tette tonde.
G: ah, così va già meglio, mi piace stare libera!
F: qui non ci siamo mai fatti problemi, e poi in casa siamo due ragazzi e tre ragazze, quindi la maggioranza è vostra
G: eh eh, meglio. Ma com’è la vostra convivenza in questa casa, cioè, ne ho viste molte simili ad un hotel ed altre simili ad una famiglia.
F: noi siamo … un ibrido, un po’ hotel ed un po’ famiglia.
G: da qui il poter girare in costume per casa immagino…
F: sì beh, quello ed anche oltre – mi lasciai scappare quell’oltre apposta e lo dissi guardandola negli occhi per vedere come reagiva e lei sorridendo: oltre?… cioè?
F: beh, per farti un esempio, la ragazza che tu andresti a sostituire ormai ci ha abituati che, quando fa caldo, se ne va in giro per la casa con le tette al vento
G: davvero?
F: sì vedi, da quando siamo andati tutti a passare una giornata in un beauty-center pieno di saune e vasche termali non ci formalizziamo tanto, in fondo ci siamo visti tutti nudi. Poi lei forse è quella che un po’ in effetti le mostra di più perchè sotto sotto è un po’ esibizionista.
G: ̬ lei? Рmi chiese mentre guardava una foto al muro.
F: sì è lei.
G: allora penso che se fossi io a sostituirla qui ci guadagnereste in fatto di taglia – mi disse ridendo e stringendo un po’ i seni come se me li stesse offrendo ironicamente.
La situazione si stava scaldando, non riuscivo a capire però quanto la ragazza stesse scherzando e quanto invece avesse davvero voglia di una scopata.
F: non ho dubbi, poi dipenderebbe dalla tua propensione al girare mezza nuda – la guardavo negli occhi e nello stesso tempo le sbirciavo le tette.i. Lei mi fissò, si mordicchiò il labbro inferiore e poi disse: non ho nessun problema, anzi – e con molta grazia si slacciò il costumino liberando le sue tette grandi e sode, che stavano lì, ferme, belle tonde davanti ai miei occhi, con due capezzoli un po’ piccoli nel mezzo.
G: che ne dici? Sono più belle di quelle della tua attuale coinquilina?
F: sì, senza dubbio – la vista di quelle tette me lo stava facendo diventare duro e nascondere un’erezione con i soli boxer da mare era difficile. Lei se ne accorse e mi disse: non ti preoccupare, sono abituata a questo effetto, sai, con le amiche vado spesso in spiaggia nudisti e vedo cosa succede agli uomini attorno a noi.
F: non è forse un azzardo, se le tue amiche sono come te, in una spiaggia nudisti rischiate di animare troppi ormoni negli uomini.
G: non ti preoccupare, sappiamo difenderci, se vogliamo naturalmente…
Quel “se vogliamo” lo disse in modo molto provocante, lasciando spazio alla mia immaginazione, ma fu lei stessa rendersi più esplicita.
G: sai, una volta ero in acqua, stavo nuotando lungo la costa quando decisi di riposarmi su uno scoglio abbastanza grande lì vicino. Come vi salii sopra, mi trovai davanti un ragazzo che doveva essere salito sullo scoglio nel mio stesso istante, ma dall’altro lato. L’avevo visto prima in spiaggia, era passato vicino ai nostri asciugamani guardandoci per bene e sfoggiando quasi spudoratamente un’asta non completamente dura, ma già dalle dimensioni interessanti. E ce l’avevo lì, per di più con il cazzo ancora più in tiro; rimasi in silenzio a guardarglielo e lui senza dirmi niente mi spinse affinché mi inginocchiassi a succhiarglielo.
F: e l’hai fatto?
G: sì certo, l’ho succhiato, preso fra le tette e poi me lo sono pure scopato, un cazzo così bello non me lo facevo scappare.
Era una vera porca, con le tette all’aria mi raccontava queste cose, io ce l’avevo sempre più duro, dovevo cogliere l’occasione al balzo, mi alzai in piedi davanti a lei e tirandolo fuori le dissi: ed a questo cosa faresti?
Lei mi guardò negli occhi, lo prese in mano ed un attimo prima di metterselo in bocca disse: ummm … trattamento completo.
Io ero in piedi e lei, seduta sul letto, aveva la bocca all’altezza giusta per succhiarmelo; mentre se lo spingeva in bocca con la mano me lo masturbava, aveva una lingua delicatissima che mi accarezzava la cappella mentre le sue labbra lo stringevano per sentirlo meglio mentre andava su e giù. Era proprio un’ottima pompinara, chissà quanti cazzi aveva succhiato!
F: mmmm sì, succhialo tutto, prendilo anche fra le tue tette!
G: sì, subito – e si portò il mio cazzo fra le sue tettone, io mi muovevo su e giù mentre lei stringeva le sue tette, la mia asta sprofondava fra quell’abbondanza.
Alternava la bocca con le tette, poi mentre lo succhiava per benino con una mano si tirò in su la minigonna mostrandomi la sua fica coperta da un piccolissimo perizoma. Cominciò da subito a giocare con il suo clitoride dapprima sopra il sottile e quasi trasparente tessuto del perizoma e dopo, scostandolo un po’, mi regalò la vista della sua fica bagnata. Si stuzzicava il clitoride ed ogni tanto si infilava dentro le sue labbra un dito spingendolo in fondo il più possibile mentre continuava a succhiarmi il cazzo con una maestria incredibile. Io con una mano le palpavo le tette e con l’altra le spingevo la testa per fargli succhiare il cazzo fino alle palle; con la sua lingua mi stava facendo impazzire, non resistevo più. Da un dito solo passò subito a due, vedevo che entravano e uscivano dalla sua fica grondante di umori….la porca stava godendo a sditalinarsi con il mio cazzo in bocca.
F: sei una vera maiala,continua a succhiarmelo così, sii…daii…dai che vengo….
Non finii neppure la frase che le sborrai in bocca tutto lo sperma che avevo nei testicoli, lei inghiottì tutto continuando a succhiarmelo, sembrava che morisse dalla voglia mentre spalancava le gambe per infilarsi nella fica quasi tutta la mano.
Estrassi il mio cazzo dalla sua bocca e, senza che ci dicessimo nulla, mi inginocchiai davanti a lei, le tolsi il perizoma e mi buttai con la lingua fra le sue gambe. Presi a leccarla avidamente, lei aprì le gambe per farmela leccare meglio ed io con le mani le stringevo le tette, leccavo e succhiavo il suo clitoride, ogni tanto con uno o due dita le penetravo la fica e poi le facevo leccare i suoi stessi umori. Lei cercava di muovere il bacino assecondando i movimenti della mia lingua, sentivo che si stava bagnando sempre di più ed anche il mio cazzo stava riprendendo vigore. Cominciai ad alternare il clitoride con il suo buchino, con le dita le allargavo la fica ed infilavo la lingua più a fondo che potessi. Sentivo che la cosa le piaceva ed il fatto che con entrambe le mani mi stringesse la testa alla sua fica ne era la prova. Alla lingua aggiunsi un dito dentro la fica e con due dita dell’altra mano mi concentrai sul clitoride; dopo pochi secondi sentii il suo orgasmo salire fino a farla urlare di piacere, si dimenava continuando a spingere la mia testa sulla sua fica.
G: sei fantastico, te la farei leccare per ore…
F: tu sei nata per succhiare cazzi invece, leccamelo ancora un po’!
Mi misi seduto a fianco a lei, lei si girò verso di me ed inginocchiandosi sul letto lo prese in mano e, prima di metterselo in bocca, disse: ok, giusto il tempo per farlo rinvigorire come si deve, dopo lo voglio tutto dentro.
Bastarono due minuti di quel trattamento per farmelo tornare durissimo; a quel punto si mise sopra di me, prese in mano il mio cazzo, lo puntò dritto verso la sua fica e iniziò a scendere prendendolo tutto dentro. Sentivo il calore delle sue labbra avvolgere il mio cazzo, la sua fica era bagnatissima e la penetrai subito infilandolo tutto dentro al primo colpo. Prendendola per il culo cominciai a farla andare su e giù mentre le sue tette ballavano davanti ai miei occhi, lei cominciò a palparsele porgendole verso la mia bocca; io le succhiavo i capezzoli e lei non soddisfatta con una mano si stuzzicava il clitoride. Liberai una mano per palparle quelle tette, era troppo eccitante vederle andare su e giù al ritmo dei miei colpi. Ad un certo punto con una mano cominciai ad esplorarle il solco delle chiappe, raggiunsi il buco del suo culetto e lo trovai già un po’ divaricato. Non persi l’occasione, le feci leccare il mio dito e poi glielo misi nel culo lentamente, per fargli assaporare il piacere della penetrazione. Dopo questa mossa lei aumentò il ritmo, si dimenava sul mio cazzo e mi stringeva la testa fra le sue tette ed io cominciavo ad andare su e giù con il dito nel suo culo. La porca l’aveva sicuramente già preso pure lì.
G: sì Francesco, sfondami tutta, voglio il tuo cazzo tutto dentro, fino alle palle…siii dai…sfondami anche il culo, usa due dita.
Non me lo feci ripetere, infilai il secondo dito nel suo culo, lei gemette e cominciò a urlare dal piacere investita dal secondo orgasmo.
Ma non volevo venirle dentro così, quindi la capovolsi stendendola sul letto, le presi le gambe per le caviglie allargandole e portandole sulle mie spalle, avevo la sua figa aperta sotto ai miei occhi, puntai il cazzo e glielo misi tutto dentro. Cominciai a scoparmela spingendo sempre di più, la porca non soddisfatta si sditalinava il clitoride, mentre io con le mani mi divertivo con le sue tettone.
G: sii, sfondami tutta, sfondami Francesco, spingi quel cazzo dentro dai, dai che godo !
F: sì Giulia, sei una porca, ora ti sfondo pure il culo
G: sì , sfondami il culo, mettilo tutto dentro.
Feci uscire il mio cazzo grondante dei suoi umori dalla sua fica, lei subito si mise a pecorina sul letto, io le allargai le chiappe e misi la punta del mio cazzo sul buco del suo culetto ormai ben allargato.
F: ora ti sfondo, brutta porca!
Detto questo, spinsi il mio cazzo nel suo culo tenendola per i fianchi; non era molto largo, segno che molto probabilmente era un po’ che non prendeva cazzi in culo. Cominciai a scoparla tenendola per i fianchi, spingevo il mio cazzo sempre più in profondità, il suo culetto lentamente lo accoglieva senza opporre resistenze.
G: sì mettimelo dentro tutto….ohhh…è un po’ che non lo prendo lì, ma avevo una voglia!
F: si vede che avevi voglia piccola troietta, prendilo tutto!
Era insaziabile, spingeva il suo culo indietro per poter prendere ancora più cazzo nel culo, ad ogni colpo erano gemiti di piacere.
F: dai che ti riempio il culo, continua così, dai che godo!
G: sì dai, godi, voglio sentire il tuo caldo sperma nel culo.
Dopo ancora pochi colpi le venni nel culo riempiendolo tutto; quando estrassi il cazzo, lei si stirò sul letto sfinita ed io, veramente stanco, mi distesi accanto a lei.
Restammo così una decina di minuti, poi ci alzammo, ci rivestimmo e prima di uscire lei mi disse: venire a vivere qui sarebbe troppo stancante, però ti verrò a trovare, voglio conoscere anche i tuoi coinquilini.

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