Ninfomane trentenne se lo prende in tutti i buchi

   04/12/2007
  
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Lui é il mio sogno proibito, un pensiero morboso che mi coglie ogni volta che apro il portone e salgo le scale.
Non prendo mai l’ascensore proprio perchè spero che il ragazzo della porta accanto mi noti e in qualche modo abbia il coraggio di dirmi qualcosa e magari anche il coraggio di andare oltre.
Mi chiamo Renata, ho 36 anni ben portati e non sono sentimentalmente impegnata; mi piace vestirmi in modo da far notare a chi mi guarda che le mie forme sono tutte al posto giusto.
Da quando Andrea, un bel ragazzo di 30 anni, è venuto ad abitare di fronte a me, le mie pulsioni intime sono esplose.
Ogni giorno che passa mi sento sempre più attratta da lui: non mi ha mai detto niente, ma il suo sguardo mi ha scopata mille volte e io muoio dalla voglia di essere sua.
Mi sto vestendo sempre più provocante e anche oggi sono al limite della decenza.
Stivali alti, calze nere con reggicalze, gonna corta che lascia intravedere tutto,camicetta bianca senza reggiseno e tanta voglia dentro da soddisfare.
Salgo le scale piano, faccio rumore sperando che Andrea sia in casa, mi senta e per qualche ragione apra la sua porta.
E’da diversi giorni che ogni sera lui è il mio pensiero fisso.
Mi è entrato nel sangue e torbidamente mi accarezzo pensando di essere presa da lui.
Niente tenerezza o carezze: solo sesso.
Arrivo alla porta con le mie borse della spesa, ancora una volta angosciata dai miei turbamenti,cerco le chiavi per entrare e in quel momento sento delle mani avvolgermi i seni e una bocca calda baciarmi il collo.
Vengo sbattuta contro la mia porta e sento il corpo dello sconosciuto che veloce si appoggia alle mie natiche,
poi sento la voce che mi dice:
“Apri la porta che voglio sbatterti sul letto e farti morire”
Riconosco la voce di Andrea e subito sento i miei slip diventare fradici.
La mia paura di essere minacciata da uno pseudo-violentatore lascia il posto alla voglia irrefrenabile di essere posseduta dal mio stallone, come nei miei sogni più arditi.
Sento le sue mani che frugano sotto la mia gonna e accarezzano il mio sedere, il suo respiro sul collo è olio bollente che stravolge i miei pensieri, sono talmente eccitata che non riesco a infilare la chiave nella serratura; lui intanto prende la mia mano e con fermezza mi aiuta ad aprire quella porta, ultima difesa del mio corpo.
Vengo sospinta dentro e senza grazia sbattuta sul divano.
Mi giro e come una gatta in calore mi sciolgo.
Lui è li che mi guarda con quei suoi occhi duri, decisi; guardo i suoi movimenti, le braccia che veloci prendono la maglia e la buttano sul pavimento, i calzoni slacciati si abbassano lasciandomi vedere il rigonfiamento che spinge forte sotto i suoi boxer.
Sono inebriata da quella vista, completamente persa da quell’ atmosfera erotica che mi sta facendo perdere la cognizione del tempo.
Scivolo dal divano e sinuosamente mi avvicino a lui, fermo il suo tentativo di togliere i boxer, mi prostro ai suoi piedi e con la lingua comincio a leccare le sue gambe piene di peli, le mie mani accarezzano i suoi polpacci muscolosi, le sue mani mi stringono i capelli mentre comincio a salire verso il mio piacere.
Arrivo alle cosce e i miei denti assaggiano la sua carne: le mani abbassano i boxer mettendo in libertà il suo membro rugoso come un brandello, teso come un dardo pronto a colpire; il rantolo animalesco che lui emette nel momento del tocco della mia lingua, quasi mi esplode nel cervello. Assaporo quella durezza nella mia bocca e stringo forte le labbra.
Lo sento scivolare e riempirmi la bocca, come una vagina, si adatta ai suoi bisogni e la mia lingua corre attorno al suo glande scoperto, lo istigo; i miei denti lo fermano e lo stringono, il suo ruggito di piacere diventa ancora più animalesco, i miei seni vengono stretti dalle sue mani e i miei capezzoli subiscono pizzichi decisi che ripagano il suo dolore.
Sono un lago… il piacere è all’apice, lo libero dai miei denti e lascio che mi scopi la bocca come vuole, mi allargo al massimo e aspetto di sentire il suo caldo liquido avvolgermi tutta.
Le sue mani tornano sulla mia testa e cominciano a darmi un ritmo frenetico.
Alzo gli occhi per guardarlo mentre mi sta riempiendo del suo nettare: i suoi occhi sono semichiusi, sembra una belva assatanata di sesso e io la sua preda inerme.
Il mio pensiero è tutto sullo sperma che mi sta scaldando il ventre.
Le mie mani strette sul suo sedere.
Il seno sudato si appoggia alle cosce e aspetta di essere ancora palpato.
Le sue ultime spinte dentro la bocca quasi mi soffocano, aspetto che finisca il suo godimento e spero che il resto dei miei desideri venga ben presto appagato.
Lo lascio, torno sul divano, allargo le cosce e gli faccio un movimento ondulatorio con le anche per fargli capire che sono pronta a riceverlo.
Guardo il suo nerbo teso, come se non l’avessi soddisfatto.
Rimango ammaliata da quel focoso ragazzo e dalla sua voglia del mio corpo.
Sono ancora mezza vestita.
Lui si avvicina, mi strappa di dosso quel poco che era rimasto e, senza proferire parole, entra a cercare il suo miele.
Il piacere che provo, mentre le mie pareti si adattano a quella entrata, è pazzesco: comincio a spingere il bacino verso di lui e lascio che il mio corpo venga sconvolto da quel cazzo magnifico.
Dimentico tutto il mondo con i suoi problemi e cerco di assecondare quella carne calda che mi sta scopando.
Le sue mani sul mio sedere fanno sì che il contatto sia completo, solo le sue palle fermano le sue spinte contro il mio inguine.
Frasi sconnesse, legate solo dalle nostre grida, fanno da contorno a quell’amplesso bestiale.
Sento il piacere crescere in me e presto urlo nella sua bocca il mio godimento proprio mentre lui aumenta ancora di più le sue entrate.
Cado esamine sul divano, ma lui imperterrito continua a darmi sciabolate che lacerano la carne.
Il tempo di respirare e sono di nuovo tra le sue mani possenti.
Mi tiene tra le sue braccia e, facendo forza sul mio sedere, mi lascia scivolare dal cielo verso il suo membro.
Le stoccate che mi provoca sono il paradiso del sesso, fitte lancinanti attaccano il mio cervello.
Sento le mie urla di piacere e il suo respiro rauco.
Ad un certo punto lo imploro di venire perchè non ce la faccio più: a quelle parole Andrea mi fa scendere e mi fa girare appoggiandomi per terra, mi fa mettere a carponi e, alzandomi il sedere, comincia a scoparmi da dietro.
Io sono sfinita, gli grido di venirmi dentro, ma lui continua imperterrito a trafiggermi.
Perdo coscienza del tempo.
Infine lo sento esplodere in me e riempirmi del suo caldo sperma.
Rimango sul divano, stremata, a guardare quel maschio che mi ha posseduta e pensando al suo piacere.
Un bacio passionale, una strizzata di seno;
“Sei veramente una donna eccezionale, nata per fare sesso”
Una carezza sul sedere e una promessa;
“Ho ancora molte cose da fare e… il tempo non mi manca!

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