Scopata a tre a Rimini

   29/12/2007
  
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Finalmente di nuovo una vera vacanza!Dopo la nascita di nostro figlio questo non era più successo, perchè ci limitavamo ad andare nella casa di campagna dei miei genitori in una località in cui il caldo in estate non si avvertiva proprio. Ora che il  nostro bimbo aveva compiuto quattro anni potevamo ritornare alle nostre vecchie abitudini, a due settimane al mare. Avevamo affittato un appartamentino in una palazzina vicino alla spiaggia e dopo qualche giorno di ambientamento, soprattutto del nostro piccino, si era stabilita una certa normalità: la mattina in spiaggia, poi pranzo, riposino e, se il tempo lo permetteva, passeggiata o di nuovo spiaggia nel pomeriggio.
Quel giorno, essendo troppo caldo per portare nostro figlio al mare, avevo deciso di farmi una passeggiata in bicicletta nel pomeriggio mentre mia moglie Lella avrebbe portato il bambino ai giardini per godersi un po’ di fresco. Terminato il mio giro in bici, mi reco anche io ai giardini e riesco a scorgere mia moglie seduta su una panchina della zona più in ombra e fresca, accanto al nostro anziano vicino di casa, anch’egli in vacanza con la moglie. Lella è proprio bella e l’abbigliamento marino contribuisce a mettere in risalto il suo splendido corpo. Infatti anche per passeggiare in paese è solita indossare sopra al bikini dei copri- costume quasi trasparenti e molto sexy. Aveva indossato un bikini nero composto dal pezzo di sopra abbastanza piccolo, che a stento riusciva a coprirle il suo bellissimo seno e da uno slip abbastanza ridotto che lasciava scoperta parte dei glutei. La osservo da poco lontano mentre conversa con il nostro vicino, un signore grasso oltre la settantina che, visibilmente attratto, non stacca gli occhi dalle forme di Lella. Mentre sto per avvicinarmi vedo lui che con molta naturalezza le poggia la mano aperta, fino a poco prima distesa sulla spalliera della panchina, sulla parte bassa della schiena. Mia moglie si volta di scatto verso di lui e vedo che parlano con tono più serio anche se l’uomo poi sorride con fare quasi canzonatorio. Decido di avvicinarmi e con l’aiuto delle piante presenti arrivo abbastanza vicino da ascoltare le loro voci senza farmi vedere. La mano come in un massaggio si sposta lentamente verso il basso raggiungendo in breve la parte alta delle natiche di mia moglie. Non riesco a credere ai miei occhi e mi attendo da un momento all’altro la reazione di lei, che però non arriva. Addirittura lui si china a parlare con nostro figlio e nel fare questo si sposta lateralmente sedendosi appiccicato a Lella. La mano destra dell’uomo percorre lentamente tutta la schiena di lei ma ora, essendo più vicino, riesce quasi ad abbracciarla e ad accarezzarle il fianco risalendo verso l’alto fino al seno. Lella inizia ad arrossire e, innervosita, si alza e si allontana con il bimbo. Sento l’uomo che la saluta dicendo: “Io sono qui anche domani, signora, perché non torna anche lei così facciamo altre due chiacchiere ?” Mia moglie visibilmente scossa farfuglia qualcosa e velocemente si dirige verso casa con mio figlio. Poco dopo rientro a casa anche io e, come se niente fosse, attendo che sia lei a raccontarmi di quanto accaduto ai giardini ma questo non avviene e la serata trascorre tranquilla come le altre. Quella sera Lella ed io facemmo l’amore, ma era quasi un’altra persona, con una carica erotica che avevo visto solo prima che nascesse nostro figlio. Io ero ben felice di questo, ma ero rimasto impressionato da quello che era accaduto nel pomeriggio e la cosa mi aveva anche molto eccitato.
La mattina successiva la passammo in spiaggia normalmente, anche se avevo notato un comportamento diverso di Lella: era più sexy e sicuramente più disinibita di quando eravamo arrivati, infatti aveva sfoggiato, per la gioia di tutti i nostri vicini di ombrellone, un bikini molto ridotto che non metteva più da quando era diventata mamma. Dopo il pranzo ed al termine del riposino pomeridiano del bambino, mentre mi accingo ad uscire per farmi un altro giro in bici, lei mi dice che sarebbero andati di nuovo ai giardini visto che il giorno prima erano stati molto bene. A quel punto nella mia mente scatta qualcosa e stavolta decido di seguirla fin dall’inizio.
Bene attento a non farmi scorgere, la seguo mentre cammina lentamente nei vialetti all’interno dei giardini pubblici fino ad arrivare alla panchina del giorno prima dove vedo seduti il nostro vicino e sua moglie, una donna magra con il viso appuntito e i capelli raccolti a cipolla sulla testa, più o meno della stessa età del marito. Lella con evidente imbarazzo, ma sorridente risponde al saluto dei due ma, invece di continuare, si ferma davanti a loro per sistemare meglio il berrettino di nostro figlio. La vedo che indugia, si sistema i capelli ma poi mi rendo conto che si sta facendo guardare. Come sempre è bellissima e il solito abbigliamento da mare lascia veramente poco all’immaginazione. Quando sta per proseguire l’uomo la invita a fermarsi, ma lei risponde: “Non posso, accompagno il bambino ai giochi perché lì si sta meglio ed è più tranquillo”. Lella e mio figlio riprendono il cammino verso le altalene e gli scivoli situati in una zona più interna del parco pubblico.
Il bambino gioca tranquillo e mia moglie lo guarda dalla staccionata che delimita i giochi e, mentre osservo la scena di nascosto, arrivano anche i nostri vicini che senza esitazione le si mettono al fianco. Dalla mia postazione nascosta riesco a sentire l’uomo: “Aveva ragione signora, qui è proprio tranquillo, non c’è nessuno e si può giocare senza essere disturbati” e così dicendo le posa la mano sul sedere. Lei si blocca senza dire una parola e quasi subito la mano comincia ad accarezzarle le natiche, scivola lenta percorrendo tutto il sedere e indugia sul solco, dall’alto in basso insinuandosi sempre di più. Scende piano sulle cosce per poi tornare su a soppesare e a palpare sempre con estrema lentezza e delicatezza. Lella è rossa in viso e deglutisce a fatica mentre il vicino, sicuro ormai di avere vinto, le si mette dietro continuando nella sua opera con entrambe le mani. La moglie intanto comincia ad accarezzarle il volto per poi scendere sui seni ponendosi tra Lella e la staccionata. In quel momento mi torna in mente quando Lella mi raccontava delle sue fantasie erotiche aventi tutte per protagoniste persone anziane. Mi sembra di impazzire e non riesco a respirare, in preda ad uno stato di confusione, eccitazione e stordimento mai provati. Neanche la presenza di mio figlio, che gioca tranquillamente poco distante, mi fa rientrare in me stesso. Siamo una coppia aperta e disinibit,a ma vedere mia moglie mentre da sola si concede a degli sconosciuti mi scatena sensazioni fortissime e contrastanti; sono geloso ma nello stesso tempo non riesco o non voglio interrompere quell’incubo. Il respiro di Lella diventa affannoso e le mani dell’uomo scivolano sulle cosce di lei, arrivando fino al bordo del copri costume, si infilano sotto e risalgono piano verso l’alto sollevando l’indumento. Lella ha appoggiato le mani sulle spalle della donna che le è di fronte e che le sta torturando i capezzoli dopo averle fatto uscire i seni dal costume. Il mio cuore batte all’impazzata e la grandissima erezione che ho inizia a procurarmi dolore. Le mani del vicino raggiungono lo slip e lo abbassano piano fino alle ginocchia; ora posso vedere distintamente il segno chiaro che il costume ha lasciato sulla pelle di mia moglie mentre l’uomo tenendo sollevato il vestito osserva compiaciuto il sedere nudo di Lella. La mano dell’uomo si sposta davanti ed inizia ad accarezzarla prima sulla pancia poi scende in basso, supera i peli del pube e si infila tra le cosce. Per Lella il contatto di quella mano sul suo sesso è come una scossa elettrica che la attraversa tutta facendole quasi piegare le ginocchia; i movimenti ora sono inequivocabili, l’uomo la sta masturbando alternando veloci sfregamenti del clitoride a profonde penetrazioni con le dita. “Sei un lago mammina…” le dice  avvicinandosi al suo orecchio “Hai la fica bollente” continua con voce bassa. Ma non credo che Lella fosse in grado di sentirlo in preda a quelle sensazioni tanto sconvolgenti. Poi con la mano libera l’uomo si abbassa i boxer da mare fino alle caviglie mostrando il suo pene già eretto sovrastato dalla pancia prominente, mentre la moglie ha iniziato a farsi accarezzare il sesso da Lella. Con calma l’uomo si scopre il glande violaceo e lucido ed inizia a strofinarlo lentamente sul sedere di mia moglie, lungo il solco delle natiche poi più in basso, fino ad infilarglielo tra le gambe mimando una scopata. Non riesco a staccare gli occhi da quella scena. Lella, gemendo sommessamente, cerca con la mano il sedere peloso dell’uomo stringendolo a sè per accentuare lo sfregamento del pene sulle sue grandi labbra. All’improvviso si sentono le voci di altre persone che stanno avvicinandosi a quella zona del parco; i nostri vicini si ricompongono in fretta lasciando mia moglie sconvolta e con gli slip del costume ancora abbassati. Li sento mentre si allontanano che le dicono “Ti aspettiamo una di queste sere a casa nostra mammina, così potremo continuare senza scocciatori”.
Per un paio di giorni la nostra vacanza continuò normalmente e mia moglie non incontrò più i nostri vicini, anche se diverse volte l’avevo vista uscire nuda nel giardino comune diviso in due solo da alcuni vasi di oleandri, fitti ma non molto alti, posti come confine. Sicuramente quell’offrirsi agli sguardi dei nostri vicini e anche a quelli degli occasionali passanti non era un caso, visto che questo comportamento era iniziato dopo l’incontro al parco.
I suoi genitori, in vacanza poco lontano, vennero a prendere come da programma il bambino per fargli passare qualche giorno a casa loro e così mia moglie ed io rimanemmo soli nella casa al mare. Due sere dopo Lella mi disse che sarebbe andata a cena con una sua amica che passava per salutarla e che quindi sarebbe rientrata tardi. Speravo di sbagliarmi, ma soprattutto speravo che non avesse deciso di vivere questa esperienza dal sola violando l’accordo che c’è tra noi da quando ci conosciamo, ma ero sicuro che si sarebbe incontrata con i nostri vicini. Quello che era successo al parco era troppo grande per finire così. Facendo attenzione per non essere visto, subito dopo che lei usci di casa scavalcai gli oleandri del giardino avvicinandomi alla finestre illuminate dell’appartamento vicino. Altre piante e le finestre aperte mi permettevano di avere una buona visione dell’interno pur rimanendo nascosto; certo, se qualcuno fosse uscito, sarebbe stato difficile celare la mia presenza.
Dentro il salone vedevo solo la donna e fu lei che andò ad aprire quando, come prevedevo, dopo pochi minuti suonò il campanello. Sulla porta comparve Lella, molto imbarazzata, che fu subito fatta entrare dalla nostra vicina. L’atmosfera si dimostrò immediatamente poco cordiale. “Finalmente ti sei decisa a venire, mammina! Non vedevamo l’ora di divertirci di nuovo con te e stavolta vedrai che nessuno ci disturberà fino a quando non avremo finito.” le disse la donna con fare sprezzante. Lella era rimasta in piedi in mezzo alla stanza senza dire una parola guardandosi intorno timidamente, come una bambina. Entrò nella stanza anche il nostro vicino. Era già completamente nudo e il suo non era sicuramente un bell’aspetto. Più basso di lei, grasso, peloso, quasi calvo, si toccava il pene ancora molle, mentre si avvicinava a mia moglie. Sicuramente proprio questo aveva soggiogato Lella: essere la donna oggetto di persone così era la sua fantasia erotica ricorrente, di cui ero a conoscenza fin da quando stavamo insieme, e adesso lei la stava vivendo grazie al casuale e volgare approccio dell’uomo al parco. L’uomo le si mise di fronte e con la mano faceva scorrere la pelle sul glande, scoprendolo e coprendolo lentamente, mentre il pene si ingrossava sempre di più. Lella non staccava gli occhi dal quel pene, quasi ipnotizzata, e non si accorse che anche la donna nel frattempo si era spogliata completamente. Anche lei sulla settantina sicuramente dimostrava più anni del marito, forse a causa del corpo molto magro con i seni piccoli e il pube quasi senza peli. “Buonasera signora, la trovo bene!” disse l’uomo sorridendo mentre iniziavano a spogliarla. In breve il leggero vestito che indossava Lella finì sul pavimento, seguito subito dopo dalle mutandine e dal reggiseno. Adesso era la loro preda e come animali le si fecero addosso cominciando a baciarla e a leccarla dappertutto. La fecero stendere sul grande tappeto che era in mezzo alla sala mentre la pelle di mia moglie brillava lucida per tutta la saliva che ormai la copriva. La donna le spalancò le cosce e si tuffò sulla sua fica, la baciava, la leccava, la mordeva mentre con le dita stimolava l’ano bagnato anch’esso dalla saliva. Rapito dalla quella visione, dalla dedizione con la quale quella vecchia si stava prendendo cura dell’intimità di Lella dandole piacere, non mi ero accorto che l’uomo le si era sdraiato di fianco e ora il suo pene era a pochi centimetri dal viso di lei che aveva iniziato a gemere e a godere dell’opera della vicina. La cappella, ormai turgida al massimo, premeva sulle labbra che piano si schiusero per accoglierla. Prima timidamente, poi con maggiore decisione, Lella iniziò a baciare, a leccare, a succhiare il pene del vecchio. Lui iniziò a scoparle la bocca infilandoglielo sempre più dentro; quando lo tirava fuori lucido di saliva, glielo strofinava lentamente su tutto il viso. Lella ormai era partita e afferrando il sesso con le mani gli succhiava le palle, le leccava ad una ad una spingendosi quasi fino all’ano dell’uomo. Lo sentivo che diceva raggiante “Ma che brava mammina, tuo marito è un uomo fortunato ad avere una moglie tanto bella e tanto brava a fare i pompini” e aggiunse con la voce spezzata dal piacere che Lella gli stava regalando “Una donna così merita di essere ricordata e di essere valorizzata come si deve…”. A quelle parole la moglie si alzò e andò nell’altra stanza per tornare poco dopo con in mano una videocamera e un grosso fallo di gomma. Lella si accorse dell’accaduto in un barlume di lucidità, ma il suo “Noooo” fu soffocato dall’uomo che le infilò di nuovo il pene in bocca continuando il movimento dentro-fuori. La moglie del nostro vicino, impugnato il fallo con una mano, iniziò ad inserirglielo, non senza difficoltà, alternativamente nella fica e nel sedere spingendolo sempre più a fondo e ruotandolo violentemente. Le provocava dolore ma anche godimento mentre nel frattempo si dava da fare per riprendere le prestazioni di Lella inquadrando da vicino il suo viso, che a tratti spariva tra la pancia e le cosce dell’uomo quando lei gli succhiava le palle, e la bocca deformata dalla cappella che si spingeva sempre più a fondo da ormai diversi minuti. “Mi stai facendo godere da matti mammina, vediamo se sei brava ad ingoiare tutto. Ti piace ingoiare la sborra mammina? Su rispondi!” Lella, prendendo fiato da quel pompino lunghissimo tenendo il pene con la mano rispose di sì. In effetti era vero, ogni volta che me lo succhiava beveva tutto il mio sperma, come si trattasse della più buona delle bevande. L’uomo accelerò i movimenti e poco dopo ebbe un orgasmo devastante che riempì la bocca di Lella imbrattandole anche il viso. L’uomo si fece ripulire con la lingua tutto il pene che ormai si stava ammosciando, continuando nel frattempo a palparle e ad accarezzarle i seni. La donna piazzò la videocamera in modo che riprendesse da sola lo spettacolo che si stava svolgendo sul tappeto della sala e si distese a gambe larghe vicino a Lella dicendole “Vieni qui, mammina. Vediamo se sei così brava anche con me ad usare la lingua”. Lella lentamente si girò a pancia in sotto con ancora infilato nel sedere il fallo di gomma, iniziando il suo lavoro di lingua e di bocca sulla vecchia. Era il suo primo rapporto orale con una donna, ma lo stato di eccitazione straordinario che stava vivendo le aveva fatto dimenticare di non essere assolutamente incline verso le persone del suo stesso sesso. Dopo qualche minuto l’uomo le sollevò il bacino facendole piegare le ginocchia, ma senza farle interrompere il suo lavoro di lingua e di dita sul sesso della moglie. Lella adesso era a novanta gradi con il viso tra le cosce della vecchia. L’uomo le andò dietro e iniziò anche lui a giocare con il fallo di gomma ripetendo i movimenti che prima aveva fatto la sua donna e strappando anche lui grida di dolore e di piacere dalla bocca di mia moglie. L’uomo era quasi in contemplazione del magnifico culo e delle grandi labbra rosse e gonfie per i trattamenti subiti. Accarezzava, baciava e con le mani allargava le natiche per potersi gustare ogni millimetro delle parti più intime di Lella. Lentamente tirava fuori quell’enorme uccello di gomma per poi inserirlo di nuovo a fondo restando ad osservare, quasi meravigliato, come mia moglie riuscisse a ricevere quegli almeno trenta centimetri di gomma dentro di sè. Lella lanciò un grido disperato quando il vecchio dopo diversi tentativi riuscì a farglielo quasi sparire tutto dentro, ma gemendo per il godimento e pur con le lacrime che le rigavano il volto non smetteva di dare piacere ai due vicini. Nel frattempo il sesso dell’uomo era tornato duro e già immaginavo quale sarebbe stato l’epilogo della serata. Il vecchio penetrò la fica di Lella da dietro favorito dalla posizione di lei e un sorriso di beatitudine gli si stampò sul volto. Lella si sollevò sulle braccia mettendosi cosi a quattro gambe ed iniziò un lento movimento del bacino in modo da favorire la penetrazione a fondo del vecchio. Lui era quasi immobile e lasciava che fosse lei a muoversi godendosi quella scopata meravigliosa che mia moglie gli stava regalando. Lella, piena in entrambi i buchi, con gli occhi chiusi, ansimava sempre più forte mentre le sue natiche battevano il ritmo sulla pancia del nostro vicino e il suoi seni dondolavano accarezzati dalla vecchia. Dopo qualche minuto Lella arrivò al suo ennesimo orgasmo gridando così forte che la sua voce arrivò sicuramente fino alla piazzetta poco lontana. Le contrazioni violentissime di lei favorirono anche l’orgasmo del vecchio che grugnendo si svuotò dentro la sua vagina.
Passarono alcuni minuti prima che tutti e tre si riavessero da quella battaglia di sesso. L’uomo si alzò e si versò da bere. La moglie estrasse dal sedere di Lella il grosso fallo di gomma e mentre le accarezzava ancora tutto il corpo iniziò con molta naturalezza e quasi con dolcezza a farle domande sulla nostra città di provenienza, su di me, sul nostro lavoro, su nostro figlio. Lella che ormai si era ripresa, ma con le mani della donna ancora addosso rispondeva a tutto diligentemente. Alla fine mentre Lella si rivestiva, lui le disse: “E’ chiaro che la prossima estate ti aspettiamo qui. E vedete di arrivare puntuali tu e tuo marito perché abbiamo idea di divertirci ancora molto con te mammina! Anzi ti anticipiamo che faremo divertire con te anche altri nostri amici. Già immagino il successo che avrai quando farò vedere le riprese di questa sera al circolo degli anziani”. Lella ascoltò in silenzio senza dire nulla e uscì dalla casa.
Quella sera stessa mi raccontò tutto quanto era successo e quello che aveva provato, nei minimi dettagli. Non c’era mai stato fra noi alcun segreto e anche in quel caso non ci furono eccezioni. Quando seppe che sapevo tutto e che avevo visto tutto si spaventò temendo la mia reazione negativa per non avermi detto niente fin da subito. Infatti quella fu la prima situazione trasgressiva tra le tante che non avevamo vissuto insieme. Parlammo a lungo dell’accaduto e la partenza dei vicini ci lasciò il tempo necessario per riflettere ancora su quella fortissima fonte di emozioni che era stata per entrambi l’avventura di Lella con i due vecchi. Come al solito eravamo in piena sintonia su tutto quanto era successo, oltre a rafforzare ancora il nostro legame ci fece ripromettere che avremmo vissuto qualsiasi tipo di esperienza si fosse ripresentata in futuro, solo e sempre insieme per il massimo piacere di entrambi.

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